“Con questa serie di iniziative, partite già dal 2010/2011, l’Amministrazione Comunale, insieme all’Assessorato regionale all’ Area Politiche di Sviluppo Enti Locali, ha voluto riportare alla luce mestieri antichi, scomparsi, rari da trovare o mutati nel tempo; i giovani devono avere la conoscenza e la consapevolezza delle fatiche dei loro padri, dei loro nonni. Oggi, in piena crisi economica, sembra che la tendenza sia riscoprire mestieri antichi e dimenticati. La crisi economica che stiamo attraversando, potrebbe così trasformarsi in una buona opportunità per restituire anima e corpo a questi mestieri. Sono mestieri che insegnano la fatica, la saggezza e la sapienza di gestualità ormai dimenticate, che da secoli si sono ripetute per creare manufatti, lavorare la terra, ricavare dal poco quello che serviva a sfamare una famiglia. Si potrebbero riscoprire vecchie botteghe, laboratori, dove un tempo lavoravano gli artigiani. Nel nostro Centro Storico, sino a 40/50 anni fa, erano avviate molte attività artigianali e commerciali, che tenevano vivo l’antico borgo medievale. Vi era il calzolaio, il barbiere, la fruttivendola, il fornaio, il frantoiano, il falegname, il fabbro, l’elettricista, il mastro muratore, la sarta; inoltre vi erano negozi di scarpe, di stoffe, di alimentari, di sali e tabacchi, una merceria. Dall’esterno veniva lo “stracciarolo”, lo stagnaro, l’arrotino, l’ “aggiusta sedie”. Un paese tenuto vivo dalle attività artigianali.
Nel giro di una generazione siamo passati dalla preistoria alla “modernità”. Attrezzi e strumenti della vita quotidiana hanno cambiato forma, struttura e sostanza sotto i nostri occhi dopo essere rimasti pressoché gli stressi per millenni.Pietra, legno, metallo, osso, vetro, cuoio, sono state, dalla più remota antichità, le materie degli arnesi dell’uomo. Arnesi inerti, succubi dell’uomo, che l’uomo creava a sua misura per imprimervi la propria energia muscolare e l’estro del proprio ingegno che li elevava a prolungamento della mano e a supplemento del corpo indispensabile nel momento creativo. Tra l’uomo ed il suo attrezzo si era instaurato un legame intimo che entrambi condizionava. Oggetti fatti di poco e con poco, tuttavia spesso straordinari per il modo con cui obbedivano a una funzione precisa, ad un preciso valore d’uso. Se continuamente usati, gli arnesi acquistano una lucentezza straordinaria, una eleganza che redime la materia povera di cui sono fatti. Non usati, sviliscono in preda alla ruggine ed ai tarli. La preziosa ricerca del Prof. Federico Galterio mette in evidenza un mondo passato fatto di cose semplici, di amore e di rispetto per il proprio lavoro che si tramandava da padre in figlio. Da tempo questa catena si è spezzata. Questa iniziativa, alla quale seguiranno delle altre, vuole pertanto invogliare i giovani con doti artistiche, di intelligenza e di manualità, a intraprendere la strada dell’ Artigianato dei nostri padri: sarebbe un grande regalo per loro e per tutta la Comunità. IL libro verrà presentato dal dr. PAOLO MASTRANTONI (giornalista e filosofo) , autore del libro “OLIO E OLIVE DELLE TERRE PONTINE” 2011, che parlerà anche del MUSEO dell’OLIO che il comune sta per allestire nei locali dell’ex frantoio di Palazzo Massimo.”
L'iniziativa è voluta e sostenuta da Giuseppe Papi Assessore alla Cultura e da Barbara Petroni SINDACO
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